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I principali luoghi della storia di una comunità nata intorno ad un palazzo di campagna

Palazzo del Principe

Il Palazzo del Principe fatto costruire alla fine del XVIII secolo, rappresentava la residenza estiva dei signori di Scalea, la famiglia Spinelli che oltre ad essere famosa militarmente è conosciuta anche per le opere letterarie del Principe Francesco Maria Spinelli nato da Antonio e Beatrice Carafa. Il principe Antonio Spinelli, vissuto all’epoca dell’Inquisizione ampliò il feudo acquistando nel 1768 anche quello di Aieta .
Il palazzo fu costruito nella contrada Dino sulla probabile ex platea di una villa romana. Il principe Scordia Pietro Lanza Branciforte, appartenente ad un ramo, quello dei principi di Trabia dell’antica nobile famiglia siciliana dei Lanza di Palermo, ereditò tutto il feudo sposando il 29 giugno 1832 Eleonora Caracciolo Principessa di Scalea, Marchesa di Majorca ultima erede degli Spinelli.
Il palazzo si trova al margine settentrionale dell’altopiano che volge verso capo Scalea.. Si tratta di una struttura in stile barocco a pianta quadrata attualmente in restauro, che serviva da residenza al piano superiore, e da deposito di derrate alimentari al piano terra. Pur essendo adibito a tal uso, non mancano nell’imponente struttura ( lunghezza 30 metri, larghezza 36 metri) elementi architettonici di grande pregio, ovvero il portale d’ingresso, dominato da una superba serie di archi e il cortile, terminante con una scala adornata da simmetrici elementi.

La tipologia planimetrica del palazzo segue un impianto di tipo regolare e simmetrico, costituito da ambienti comunicanti attorno ad una corte interna. In essa è situato il corpo scala dall’andamento curvilineo, con due simmetriche rampe, posto frontalmente all’ingresso ed innanzi ad un avancorpo. Da esso si accede al piano superiore, adibito a zona residenziale, ove si notano tracce di caminetti per il riscaldamento degli ambienti e quattro nicchie, poste simmetricamente come uso di servizi igienici. In questo piano è inoltre situata una loggia con triplice arcata.
Lo stato di rovina in cui versava l’edificio ha reso tuttavia ugualmente possibile una sua lettura tipologica architettonica.
Il palazzo è stato costruito prevalentemente con pietre di roccia dello stesso terreno roccioso circostante dalla parte del mare, pietre che venivano poi modellate e poste in opera secondo la loro destinazione; come le mensole elemento portante dei balconi, le bocche di scarico dell’acqua piovana scolpite a forma di maschera, svuotate all’interno, l’una diversa dall’altra ma di uguale dimensione, poste a distanza regolare lungo il cornicione esterno e quello interno del cortile.
Nella muratura come elementi riempitivi si notano pezzi di cotto e di pietra tufacea.
Il cotto, in varie forme e tagli è posto soprattutto a definire gli architravi e gli stipiti dei balconi e dei passaggi interni, inoltre, si ritrova nella pavimentazione interna e del cortile, nella definizione rettilinea degli aggetti (sporgenze) dei basamenti e delle cornici, e come conci nelle aperture ad arco della facciata principale e di quelle del corpo scala del cortile.
La pietra tufacea, si trova nei basamenti delle quattro soluzioni angolari esterne ed in quelli delle lesene della facciata del corpo scala, ed inoltre sulle pedate della scala, nella soglia della loggia esterna e nelle soglie architravi e stipiti delle finestre. Attualmente il palazzo è ancora in fase di restauro, pur essendo passati molti anni dall’ inizio dei lavori avvenuti nel 1991. Oggi è funzionante l’ impianto idraulico, elettrico e il sistema d’allarme; sono da ultimare gli infissi, la pavimentazione e la riqualificazione dello spazio antistante l’edificio.




PLANIMETRIA DEL PALAZZO DEL PRINCIPE


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