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I principali luoghi della storia di una comunità nata intorno ad un palazzo di campagna

Chiesa San Nicola da Tolentino



La chiesa, ubicata nel centro storico, è una costruzione eclettica ( ha uno stile architettonico che si rifà a diverse correnti) di maestranze locali che sorse nel XVII secolo come Cappella della Visitazione della Beata , sul lato sud della Chiesa e corrispondente all’ attuale Madonna delle Grazie.

Da essa nel XIX secolo prenderà nome la parrocchia dipendente dall’ arcipretura di San Nicola in Plateis.

Nella seconda metà del XIX secolo, su progetto dell’ architetto Ruffo Enrico di Cerreto e per volontà ed intervento di Laura Siciliano (moglie di Alessandro), la chiesa subisce l’ ampliamento dettato anche da necessità demografiche che le donerà l’aspetto attuale.
L’impianto a schema basilicale con due navate laterali separate da una serie di pilastroni ed arcate con strutture a getto, risulta completato da una volta a tutto sesto.

La chiesa ha annesse due torri campanarie, simmetriche, ai lati della facciata principale, in cui si apre il portale rettangolare fiancheggiato da lesene ioniche decorative (pilastri ornamentali) .
L’ingresso è sormontato da una nicchia che ospita la statua marmorea di
San Nicola da Tolentino.
L’ interno, completamente decorato a stucchi policromi, è
composto da una navata centrale e sei cappelle laterali, simmetriche, decorate da: Laino Serafino, Alfonso Tundisi, Laura Mello Coelho, Giuseppe Tucciarelli, Annunziata Grisolia e Francesco Mario.

interno della chiesa
In esso, inoltre, si possono ammirare, oltre alla statua di San Nicola da Tolentino, decorazioni a stucco e statue processionali (la venerazione dei fedeli fu rivolta anche per Sant’ Anna, Santa Lucia, San Biagio, San Francesco di Paola , Santa Filomena, San Giuseppe e San Vincenzo).

Gli affreschi realizzati da Giuseppe Faita nel 1970 raffigurano Santa Teresa, San Nicola da Tolentino e la scena della Visitazione; più innanzi la corona dei dodici apostoli con all’ apice la figura del Cristo; in alto, angeli festosi adornano la statua di San Nicola da Tolentino posta dietro l’ imponente altare realizzato da Mansueto Candia.
Alle prime campane vennero sostituite nell’anno giubilare del 1950, quelle donate nello stesso anno, insieme all’orologio, da Amedeo Barletta (sulle campane appaiono le epigrafi :”Anno Santo 1950 Comm .A. Barletta dà l’ orologio- il popolo grato ringrazia”, “il Comm. Barletta la fa rifondere”).

La chiesa dunque venne ampliata per interessamento di Laura Siciliano: sulla sinistra del ponte d’ ingresso in una lapide si legge Donna Laura Siciliano nata con nobile slancio di fede e carità alla maestà e gloria dell’ altissimo.
Anche i popolani, dunque, nelle loro esigue disponibilità economiche, contribuirono alla realizzazione della piccola Basilica di San Nicola Arcella. Furono le famiglie benestanti a contribuire in termini economici, anche se non è da disconoscere il volume di piccoli contributi offerti un po’ da tutti i sannicolesi, che contribuirono con la forza e il sudore all’ ampliamento della Casa del Signore.
Tutti, dopo aver sostenuto una pesante giornata di lavoro, trasportavano sul capo e in spalla i massi prelevati lungo le anse del Canal Grande o in località Tufo.

Originariamente la chiesa presentava elementi di adornamento e temi architettonici di assoluta bellezza: il presbiterio risultava diviso dal resto della chiesa da una balaustra al cui centro era presente un piccolo cancello di ferro battuto; le sei cappelle risultavano anche esse chiuse mediante cancelli; tre grandi lampadari illuminavano l’ intera struttura donandole un tocco di superba solennità .













Biografia di San Nicola da Tolentino

Nacque a Sant’Angelo in Pontano, in provincia di Macerata , nel 1245,da Compagnono de Guarutti e Amata de Guidiani, gente pia,forse di famiglia nobile.
La leggenda della sua vita rappresentata da un pittore grottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra che i suoi genitori, su consiglio di un angelo, si fossero recati a Bari, in pellegrinaggio alla tomba di San Nicola di Mira o di Bari , per avere la grazia di un figlio.
Ritornati a Sant’Angelo ebbero il figlio adorato.
Nicola,divenuto ormai giovane, entrò nell’Ordine degli Eremitani di Sant’Agostino e venne fatto canonico della chiesa di San Salvatore. Ascoltando una predica di un eremita agostiniano sulla frase latina “Nolite dirigere mundum ,nec ea quae sunt in mundo,quiamundus transit et cuncupiscenzia ejus”(non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo, perché il mondo passa e passa la sua concupiscenza),avvertì la chiamata alla vita religiosa.
Implorò l’eremita di ammetterlo nel proprio ordine, e i suoi genitori acconsentirono con gioia. Prima della sua ordinazione venne mandato in diversi monasteri e fu un modello di generoso impegno verso la perfezione.
Molteplici sono gli episodi della vita di San Nicola che sono stati tramandati con devozione a testimonianza della sua fede:

-Nel tragitto da Sant’Angelo a Tolentino, imponendo le mani, impedì il crollo di una parte della cinta muraria.
-Il “ponte del diavolo di Tolentino” così chiamato, in ricordo della leggenda, secondo cui il diavolo stipulò un patto con San Nicola, dicendogli che avrebbe costruito un ponte in una sola notte in cambio dell’anima del primo essere vivente che lo avesse attraversato. Il santo accettò, e a costruzione ultimata benedisse il ponte.
Il primo a passare di lì fu un cane, a cui il santo gettò del cibo, costringendo l’animale ad attraversare il ponte. Il diavolo tentò invano di distruggere a forza di cornate il ponte, ormai benedetto.
-Durante la sua permanenza nel monastero di San Ginesio, San Nicola era solito portare del cibo ai mendicanti in segreto dai suoi superiori. Venuto a sapere dell’espediente, i frati lo bloccarono chiedendogli cosa portasse. Il santo rispose “petali di rose!” scrollando le maniche dalle quali uscirono petali di fiori.
-Durante il cammino, San Nicola era solito fermarsi a pregare in una zona di campagna nelle vicinanze di Sant’Angelo. In quel punto fece sgorgare un piccolo pozzo, dal quale abbeverarsi. Le fontanelle di San Nicola, smettono di sgorgare, se un animale si abbevera da esse, fino a quando non vengono nuovamente benedette dal sacerdote.

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